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Via A. Doria 30,  Pescara, presenta i seguenti spettacoli:
VENERDI'  23 FEBBRAIO
ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA
BUGO solo set
Finalmente al Wake Up il reuccio dell'indie rock italiano con SGUARDO ACUSTICO: dopo un'estate e un autunno ricchi di date elettriche con una band che ha stupito il pubblico dei palchi italiani, Bugo ripropone in versione acustica i brani di "sguardo contemporaneo", suonerà la chitarra acustica, l'armonica, la tastiera e il computer. suonerà anche qualche brano dei vecchi dischi e qualche cover.

Vero nome Cristian Bugatti, nato a San Martino di Trecate tra le risaie del novarese.

Ha imparato a suonare la chitarra durante il servizio militare. Inizia a cantare e fonda
il suo primo gruppo punk-rock. Inizia a scrivere canzoni e parte l’avventura!

Bugo ama il noise, il punk,il metal, gli piace anche il rap, ma lui rimane uno che scrive
e canta le sue canzoni, brani grezzi e ruvidi, canta come gli viene, registra in modo
spontaneo. I testi sono surreali, astrusi ma allo stesso tempo tutto risulta semplice ed
immediato. Sound scarno essenziale e funzionale. Risultano storielle divertenti sulla
quotidianità, brillante ironia e …follia.

Cantautore genuino, sottile, delirante e spesso paradossale. E’ un talento cristallino.

21 aprile 2006 -Sguardo Contemporaneo – il nuovo album del f-antautore.

Esistenziale, urbano, metropolitano, ma pure poetico e intimistico. Il nuovo disco di
Bugo, dopo i sapori della elettronica da cameretta del suo passato più recente, il viavai
fra deliri di grandezze immaginarie e deliri puri e semplici, ritrova la strada del rock
più diretto e visionario, sempre casalingo nell’anima. Le sue melodie, disossate e quasi
ammiccanti, non nascondono le solite incertezze quotidiane.

Si va dalla prima volta, scolastica, di Amore mio a mancanze esistenziali impossibili da
rimediare – il Ggeell – fino al triste, e generazionale, necrologio dedicato al povero
Spock di Star Trek, il momento più intenso e commosso di Sguardo contemporaneo: un album
affrontato con energie e concretezza. La domanda del passato, lo fai o ci sei?, è risolta
con un non importa, adesso suoniamo. Il cd suona e risuona, infatti, come prima Bugo non
aveva mai fatto: nessun effetto speciale per nascondere timbri sanguigni, poche trovate
retroattive e testi che trovano, miracolosamente, il punto di equilibrio fra ironia,
surrealtà e consapevolezza.

Dodici canzoni contemporanee, appunto, in cui Christian Bugatti non si sottrae per
esempio all’attualità: in Coda d’Italia, un diluvio di elettriche, distorsioni, sax
celano un piccolo inno postgenerazionale; non di meno fa Roma, elegia ruvida sui centri
dell’Impero che ne diventano progressivamente periferie. Una forza superiore affronta
invece la ballata con intenzioni da autoritratto, meno scanzonato del solito, e Quando ti
sei addormentata si può definire a tutti gli effetti la canzone d’amore psichedelica e
dolente di Bugo, rifratta e un po’ sepolcrale.

In tutto questo la mano di Giorgio Canali è stata una prospettiva importante su cui
muoversi: il chitarrista e membro, fra l’altro, dei PGR, ha messo al lavoro Christian
sull’asse di una intensità espressiva limata, quasi scandita. Agli spasmi del passato si
sono affiancate attenzioni interessanti e inattese ai dettagli, un suono spazioso in cui
il lo-fi è diventato alta fedeltà concettuale senza risultare, nemmeno per un attimo,
stucchevole.

Certo, Bugo rimane esattamente se stesso: se la maturità gli fa scrivere pezzi quasi
cosmici come Millennia, dove si afferma il suo sguardo contemporaneo per le cose lontane,
rimangono a ricordarne le radici la giungla sonica del Plettro folle, la scorpacciata di
Gelato giallo e il tormentone pre-estivo e pre-cario di Che lavoro fai, offerto pure in
tanti gusti diversi (reggae, rock, radio…), per ogni occasione di disperata allegria.

Un rocker, un cantautore, un genio chiuso in una casa della polverosa provincia italiana?
Non affannatevi a definire Bugo: i suoi pezzi parlano da soli e per voi soli.
Contemporaneamente, vi guardano.

SABATO 24 FEBBRAIO

Il rave!!!!! ZAPOTEK INDOOR

Il sound system Zapotek nasce qualche anno addietro nell`interland abruzzese grazie alla
passione per la tekno e i freeparty, fatti non solo di musica, ma anche di forme d`arte
del mondo underground, quali videoproiezioni, photo expò, installazioni meccaniche e
body-art.

La proposta musicale di Zapotek va dalla break beat alla drum and bass alla tekno,
realizzata sotto forma di dj set e live set dal forte impatto. Le sue sonorita' si
ispirano alla scena francese e inglese, in riferimento a gruppi come Okupè, Spiral Tribe
e Narkotek e ad artisti come MSD e Aphrodite.

La serata Zapoindoor rientra in un progetto di contaminazione tra suono e arti digitali e
apre una finestra su scenari sotterranei e postindustriali della nostra contemporaneità,
all`interno del quale diversi stili ed elementi si fondono in un unico pecorso sensoriale.

MERCOLEDI' 28 FEBBRAIO

SUONI IN SOCCORSO

Il nostro annuale appuntamento con Emergency

 Il ritorno de L'IMPATTO CON LA REALTA' e di PCUS

la nuova line-up del

SANTO NIENTE

 l'epifania di EL CAIRO l'elettronica di RRAMIGLIETE BLONDA l'esordio di ZERO EURO la
rivelazione di BOISI BUNKER

VENERDI'  2 MARZO

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

AMARI

La band friulana è l'ultima delle band indipendenti a guadagnarsi un posto accanto i
grandi firmando un contratto major.

La loro miscela di indie pop, hip hop e dance è assolutamente irresistibile e ha sbancato
MTV. Live pirotecnico e multicolore.

Riot Maker Records/WEA

Gli Amari nascono nel 1997.

Nascono dall’idea malsana di Pasta e Dariella di vedere cosa potevano ricavare dall’hip
hop se lo tormentavano un po’. Con un campionatore e parecchio spleen adolescenziale, i
due iniziano una gavetta fatta di cassettine e concerti: funziona, si fanno un po’
conoscere e stringono amicizia con i 21, con i quali nel 1999 pubblicano “Il
Contingente”, sguardo cattivello sull’hip hop.

Ma i due non ce la fanno ad accontentarsi, e introducono nella band Cero, bassista
convinto di suonare il violino e, dall’esperienza del Contingente, recuperano il dj
H.C.Rebel. Così, a quattro, ricominciano a fare altro. Ne viene fuori un miscuglio di
rock, psichedelia, hip hop deviato il tutto spacciato per semplice rap.

Vincono ArezzoWave del 2000 e suonano tra le band emergenti al festival a luglio. Ad
agosto pubblicano su Riotmaker il frutto di questo anno di sound, “Corporali”: si scopre
che dentro c’è l’elettronica e pure il post-rock, ed un sacco di gastrite. Lo staff di
ArezzoWave decide di prenderli sotto la propria ala e li riporta in studio per pubblicare
nuovo materiale.

Si parte nel 2001 con “Guida Verde e.p.”, tre brani che fanno ricordare agli Amari che
sanno anche scrivere canzoni pop, e si continua con la conferma l’anno successivo di
questa teoria tramite la pubblicazione di “Apotheke”, nove brani con tanti tanti
ritornelli. E oltre al rap spuntano le chitarre.

E poi,come sempre, ancora concerti. E la banda non ce la fa più a sentirsi così sola:
decide di chiamare altri amici sul palco. Arrivano Marcopiano alle chitarre e tastiere e
Carletto Barackus alla batteria. E i live degli Amari diventano indie-rock.

Ma il rap? Torna nel 2003 nel loro album più sperimentale, “Gamera”. Un miscuglio
forsennato di schegge, schizzi, spruzzi di qualsiasi cosa. Il disco ottiene un ottimo
successo di critica e pubblico, alimentato da parecchie date in giro per lo stivale.

27 settembre 2005: gli Amari pubblicano il loro disco più ambizioso, “Grand Master
Mogol”, un insieme perfetto di melodie pop e sperimentazioni che piacciono tanto a gente
magra con gli occhiali. Un disco così fastidiosamente piacevole ed emozionante che quasi
ci preoccupa farlo sentire alla gente.

SABATO 3 MARZO

COVERLAND

Il concorso estivo riservato alle tribute band da quest'anno anche d'inverno al Wake Up!

VENERDI' 9 MARZO

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

TYING TIFFANY

Alla vigilia del nuovo album (anche in versione USA e Japan) la Suicide Girl regina
dell'electro italiano arriva con il suo incandescente show al Wake Up!

Tying Tiffany. Un biglietto da visita esplicito. Parlando del suo pseudonimo spiega
melliflua: "Mi piace giocare con le corde… se capisci quello che voglio dire." Canta
con attitudine "I'm not a witch, I'm not a peach". Tiffany ama scioccare, ma è una
ragazza gentile e dolce. Parla in modo delicato e sembra la perfetta ragazza della porta
accanto, ma molto più sexy e con uno charme speciale.

E' consapevole del suo carisma e sa usarlo. E' una delle modelle di maggior successo del
sito web di culto suicidegirl.com, ma solo per divertimento e soddisfazione personale:
"Mi piace spogliarmi, per me è una cosa naturale. Ho un grande ego, come la maggior parte
della gente e mi piace essere guardata e ammirata. Ma mi piace anche lo spirito rock che
c'è dietro il progetto Suicide Girls. Sono affascinata da un certo tipo di iconografia e
cultura strettamente legata alla musica".

Tiffany vive uno stile di vita rock'n'roll per la maggior parte della sua vita. A partire
dall'adolescenza, ha viaggiato in tutta Italia e Europa suonando con molte band
underground. Ha cantato e suonato il basso di fronte a poche persone in club rock e
centri sociali. In quel periodo le piace suonare musica dura e rumorosa: industrial,
punk, noise, hardcore, ebm, dark. Dopo qualche anno decide di fare esperimenti con la
musica eletronica usando un laptop pieno di plug-in e un paio di sintetizzatori vintage
che lei preferisce chiamare semplicemente "grosse tastiere". Non propone le sue canzoni
ad alcuna etichetta o talent-scout a causa della sua pigrizia. La pigrizia è quasi uno
stile di vita per Tiffany: "Mi metto in una brutta posizione se dico che sono
cronicamente in ritardo?"

Ma dando un'occhiata al suo curriculum non sembra poi così pigra. Ha un passato come
attrice in qualche cult movie italiano e come modella in un importante libro
antropologico curato dal famoso fotografo e antropologo Roberto Roda.

E' consapevole che il suo tralentomusicale può essere messo in ombra dalla sua immagine
sessuale, tuttavia Tiffany è fernamente risoluta a mettere la musica in cima alle
priorità. "So che qualcuno può dire che sono solo una bella ragazza, ma non m'importa.
Possono dire quello che vogliono. Sono orgogliosa del mio aspetto. Non fuggo dalla mia
immagine, ma il mio scopo è dimostrare che c'è sostanza nella mia musica.

"Undercover"è il risultato di molti mesi di duro lavoro in studio col produttore Lorenzo
Montanà che ha aiutato TT con gli arrangiamenti. "Ho un passato come dj ebm. Ho suonato
in band industrail, dark e punk. Le radici della mia musica sono in quelle prime
influenze. Ovviamente c'è una rielaborazione personale e l'aiuto della sensibilità pop di
Lorenzo. Fondamentalmente mette ordine nei miei bozzetti."

Il suono di Tiffany è un caleidoscopico calderone di influenze e stili: dai giri di basso
arpeggiati alla Moroder, ai riff di chitarra punkeggianti fra breakbeats e groove electro
che sembrano arrivare dagli anni 80.

E i testi? "Nei miei dischi non parlo di politica internazionale o cose simili, niente di
così culturale. Piuttosto parlo di giochi fra adulti e relazioni amorose. Ma non pensare
che sia una cosa stupida, per me il sesso è una delle gioie della vita, una parte
essenziale della vita per essere rilassati e felici. Senza divertimento gli essere umani
diventano aggressivi e arrabbiati, fondamentalmente infelici." Tiffany sembra sincera
quando rivela questo piccolo segreto.

Durante un dj set in un club o durante un concerto, nel bel mezzo di un furioso stage
diving, Tiffany rimane sempre sincera e naturale. Sul palco Tiffany è una creatura
selvaggia, un "one woman show"!

Le sue performance sono sempre differenti e piene di energia pura e d'ironia.

Chi è Tiffany? Ricordatevi che l'album è intitolato "Undercover" ("Sotto copertura"). E'
un'agente segreto? Una spia? Una Mata Hari elettronica che viene dal futuro?

VENERDI' 16 MARZO

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

NIDI D'ARAC

L'elegante commistione di elettronica e musica etnica dei salentini Nidi D'Arac è una
sicurezza. Rave e pizzica.

"La musica dei Nidi d'Arac prende forza in un luogo surreale,

in un mondo magico; è più di quanto si possa carpire dalle note delle loro canzoni, anzi
è proprio tra quelle note che è possibile leggere la vita dei ragazzi della terra del
rimorso. Loro 'sono' come i loro suoni, le loro terzine. Dietro al rifacimento di una
pizzica, c'è un profondo rispetto per la terra; c'è la rabbia di una generazione che
viene da lontano pur essendo vicina; ma soprattutto c'è la consapevolezza di poter
comunicare una cultura che per troppo tempo ha vissuto nel silenzio"

G. Palazzolo

Il progetto Nidi d?Arac nasce a Roma nel 1998. Leader della band è il giovane musicista
leccese, Alessandro Coppola, il cui genio creativo e l'amore per la propria terra hanno
dato frutto ad un'appassionata e consapevole ricerca di contenuti inscritti nella
tradizione musicale, poetica, folklorica del patrimonio della cultura popolare
mediterranea, assimilati e rielaborati.

"Con la propria terra spesso si ha un rapporto di amore e odio. Essere innamorati della
propria terra, rinnegarla, è come tentare di dimenticare qualcosa, alla fine è più forte
la voglia di parlarne, di descriverla, di usare le sue espressioni tipiche, il
dialetto… Non si può cancellare quello che fa parte del tuo essere te stesso."

A.Coppola

Alla base di questa meticolosa ricerca c'è il bisogno di raccontare al mondo di una
tradizione musicale, quella del Sud Italia, che è viva e che, attraverso aggiornate
formule estetiche vuole comunicare i suoi valori di modernità e universalità.

Lo spettacolo dei Nidi d'Arac è un live in cui la tradizione della trance folklorica
incontra il concetto di trance legato alle nuove tendenze della club culture.

Con voce e tamburello (Alessandro Coppola), voce & performances (Vera Di Lecce), flauto
(Caterina Quaranta), violino (Rodrigo D'Erasmo), batteria (Maurizio Catania), basso
(Edoardo Targa) l'ensemble della tradizione e innovazione risveglia nello spettatore
quella tribalità inconscia che trova sfogo in danze frenetiche e liberatorie, veri e
propri rituali collettivi del terzo millennio.

Come fossero rave di musica etnica, i concerti dei Nidi d'Arac diffondono lunghe onde
emotive all'interno di costruzioni sonore molteplici, che partono da antichi spartiti di
pizzica, per deformarli con ritmi trance, sintetizzatori alieni e componenti elettronici
in cortocircuito. Scintille della memoria storica e polverose visioni del nuovo millennio
per un concerto in grado di sciogliere i battiti.

Già protagonisti nel progetto discografico e live "LA NOTTE DEL DIO CHE BALLA", ospiti e
finalisti dell' edizione 1998 del "Premio Tenco", gruppo spalla di Robert Plant a Roma,
il gruppo ha, inoltre, aperto il concerto di Joe Zawinul nell'edizione del 2000 della
"Notte della Taranta".

Coautori di "MUSICA 'E SCANTINATO" con Enzo Avitabile e Mory Kante ("MANE E MANE", 1999)
i Nidi d'Arac sono stati anche ospiti nel 1999 dei Simple Minds e nel settembre 2001, nel
concerto a Roma degli Hooverphonic.

Dal Salento al Portogallo, dalle isole di Capoverde alla Spagna, da Londra a Berlino, il
gruppo ha saputo esportare e divulgare, con passione e professionalità, in occasione dei
più importanti festival europei, la cultura popolare del nostro bacino geografico.

SABATO 17 MARZO

COVERLAND

Il concorso estivo riservato alle tribute band da quest'anno anche d'inverno al Wake Up!

VENERDI' 23 MARZO

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

PASSE MONTAGNE (F)

Dalla Francia decostruzione del ritmo e degli stilemi del rock. Data Zero del tour
europeo e presentazione del nuovo disco.

VENERDI' 30 MARZO

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

GIORGIO CANALI&ROSSOFUOCO

Il chitarrista dei PGR (e dei CCCP e CSI prima) è uno dei più grandi personaggi del rock
italiano.

A breve l'uscita del quarto album di GiorgioCanali&ROSSOFUOCO Nell'attesa gustiamoci i
concerti acustici in cui presenterà dal vivo in versione del tutto inaspettata vecchi e
nuovi brani nella formazione ROSSOTIEPIDA che vedrà sul palco oltre a Giorgio con la sua
chitarra acustica anche Marco "Testa di Fuoco" Greco e Marta Coletti al violoncello.

SABATO 31 MARZO

rock d'autore extra

I RATTI DELLA SABINA

I Ratti della Sabina sono un gruppo musicale formato da elementi provenienti dalla
provincia dalla Sabina (Rieti). Il loro nome deriva dallo storico “ratto delle sabine”,
provenendo dalla provincia Rieti, in Sabina, hanno fatto di un ratto stilizzato in un
cartello stradale di pericolo il loro logo.

Già dagli esordi la dimensione live è fondamentale per il gruppo. Apprezzano anche
suonare come musicisti di strada, agli esordi a Piazza Navona a Roma, al Carnevale
liberato di Poggio Mirteto del quale non mancano mai un appuntamento, ai festival come il
Ferrara Buskers Festival. Dal vivo, spesso, suonano senza scaletta lasciando
all'improvvisazione la successione dei brani. Agli inizi viaggiavano su due auto piene
zeppe fino all'inverosimile, nel 2004 hanno acquistato un furgone che hanno finemente
decorato in stile "murales" e che oramai è parte insostituibile della loro immagine.

I Ratti nascono nel 1996 dall'incontro tra Stefano Fiori e Roberto Billi, i due frontmen,
nonché autori dei brani. Si aggiungono man mano gli altri membri, prima la componente
folk: Alberto Ricci alla fisarmonica e Alessandro Monzi al violino, poi quella rock:
Carlo Ferretti alla batteria (e successivamente anche al pianoforte) e Valerio Manelfi al
basso, alla fine Eugenio Lupi alla chitarra elettrica, il sound acquisisce sempre di più
sonorità e ritmiche tipiche del folk rock, con una predilezione per il rock.

Nel 1998 registrano e autoproducono il primo disco Acqua e terra, che verrà poi
rimasterizzato e pubblicato nel 2004. Oltre ai sette compare la collaborazione di Paolo
Masci che successivamente entra in pianta stabile nel gruppo.

Nel 2001 registrano, in casa di Roberto Billi, Cantiecontrocantincantina, disco prodotto
da UPRfolk, che si calcola abbia ventuto più di 5000 copie, per un disco che non è stato
distribuito dalle grandi catene è un piccolo successo, ottenuto soprattutto in provincia
di Roma grazie a Radio Rock che trasmette Il funambolo. Tra gli ospiti figurano Raffaello
Simeoni e Margerita D'Ubaldo. Nel disco alcuni brani del precedente (Nel giorno della
liberazione e La ciucca) e alcuni brani che verranno poi ripresi nel successivo: Linea
670 autobus della rete dei trasporti di Roma che attraversa un campo nomadi in zona
Marconi, Il Giocoliere omaggio a Gianni Rodari, personaggio cui i Ratti sono
particolarmente legati per l'insegnamento di "rimanere bambini", La tarantella del
serpente, leggenda sabina (ma ne esistono di simili altrove, si pensi alla Fola del
magalas dei Modena City Ramblers con Paolo Rossi che narra una leggenda simile in
dialetto emiliano) che parla del Serpente Regolo.

Nel 2003 pubblicano Circobirò, loro terzo album, probabilmente il migliore e quello che
li porta ad una certa notorietà. Brani rock, melodie popolari, tarantella e combat folk,
canzone d'autore e testi impegnati, sociali e politici, ma sempre con molta dolcezza e
senza slogan e spesso molta ironia. Musica per le orecchie e per la mente. Roberto Billi
firma la maggior parte dei brani, una parte minore quelli di Stefano, che nel frattempo è
impegnato con la tesi di laurea. Grandi ospiti nell'album: Marino Severini dei Gang ne
L'uomo che piantava alberi, ; Stefano "Cisco" Bellotti e Francesco Moneti dei Modena City
Ramblers ne Il mercante; Andrea Ra, cantautore romano, ne Lo scemo del villaggio e poi di
nuovo Raffaello Simeoni ex Novalia e Margherita D'Ubaldo, inoltre la grafica dell'album è
completata da disegni di Francesco Musante. Ci sono citazioni: Fernando Pessoa (Il
violinista pazzo), Bruno Ciammola (La morale dei briganti), Jean Giono (L'uomo che
piantava alberi); c'è la cultura popolare La Tarantella Del Serpente e Il Pifferaio
Magico in dialetto sabino; c'è l'omaggio a Gianni Rodari in il giocoliere.

Nel 2005 esce A passo lento quarto disco, sotto la direzione artistica di Alessandro
Finazzo detto Finaz della Bandabardò. Anche qui la serie degli ospiti è nutrita: Finaz
che suonachitarra acustica, violoncello, contrabbasso, organo, synth e cori ed è
co-autore de Il re dei topi, Mimmo Locasciulli e Raffaella Misiti degli Acustimantico,
ancora Raffaello Simeoni. Gli stilemi rimangono simili, ma non per questo perdono vigore
e originalità: c'è ancora Gianni Rodari in La rivoluzione e Dopo la pioggia con tanto di
partecipazione di Maria Rodari, ci sono ancora leggende sabine ne L'abbatuozzo, c'è il
brano di apertura La giostra che presenta il disco (come nel precedente era il circo
presentato da Circobirò).

VENERDI' 6 APRILE

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

IL SANTO NIENTE

E' la band del resident:-) Postiamo quindi la scheda dell'ENCICLOPEDIA DEL ROCK ITALIANO
di Arcana, curata dallo staff del MUCCHIO

IL SANTO NIENTE

L'intestazione del primo album della band bolognese – Umberto Palazzo e il Santo Niente –
lascia intendere chi è il leader e il deus ex-machina della formazione, anche se
successivamente la denominazione si contrarrà nel più stringato Il Santo Niente. Le
radici musicali di  Palazzo (1964, ITA), chitarrista e compositore di origine abruzzese,
affondano nella scena neo-psichedelica degli anni '80, che lo vedono suonare nella
garage-band Ugly Things e poi negli Allison Run di Amerigo Verardi. Qualche anno dopo
partecipa alla nascita dei Massimo Volume, con i quali lavora all'incisione del primo
album (STANZE, 1993). Il disco lo vede accreditato come autore di alcune canzoni, ma al
momento dell'uscita l'irrequieto Palazzo è già uscito dal gruppo, alla ricerca di nuovi
stimoli. Li trova formando con il bassista Fabio Petrelli e il batterista Cristiano
Marcelli (all'epoca del secondo album si aggiungerà il chitarrista Salvatore Russo) la
sua nuova band, Il Santo Niente, che esordisce con l'album LA VITA E' FACILE, nel 1995.
Grazie all'amicizia con Gianni Maroccolo, l'album esce per il Consorzio Produttori
Indipendenti, all'epoca vero e proprio marchio di qualità per il nuovo rock italiano – Il
Santo Niente partecipa nel 1995 anche alla compilation MATERIALE RESISTENTE promossa dal
CPI/Dischi Del Mulo, con il brano Wir Sind Partisanen – ma a richiamare le attenzioni di
critica e pubblico sono soprattutto le atmosfere noir e taglienti,espresse con un
linguaggio rock senza compromessi  che si ispira ai suoni crudi di Sonic Youth, Melvins,
Nick Cave e Nirvana. Un vortice elettrico di forte impatto definito ironicamente dallo
stesso Palazzo "porno-grunge", sostenuto da testi lividi metropolitani alla Hubert Selby
Jr., certemente unico nel panorama musicale del periodo. Le ottime impressioni
dell'esordio vengono rafforzate due anni più tardi da 'SEI NA RU MO 'NO WA 'NA I
(traduzione in giapponese del nome della band) per il quale la critica spende volentieri
l'aggettivo "pulp-rock".

La definizione non è del tutto gratutita, visto che nello stesso periodo il gruppo si
occupa della colonna sonora del film di Enza Negroni Jack Frusciante è uscito dal gruppo,
tratto dall'omonimo romanzo del concittadino Enrico Brizzi. Dal 1997 al 1999 Il Santo
Niente è impegnato in una massacrante tournée a sostegno dell'album e, forse anche per
stanchezza e un po' di disillusione, al termine dlla stessa Palazzo impone uno stop che
parrebbe definitivo. Nei successivi cinque anni si dedica quasi esclusivamente a fare il
dj e a impratichirsi con l'elettronica.

A sorpresa, annunciato dall'Ep OCCHIALI SCURI AL MATTINO, nel 2005 un Santo Niente
completamente rinnovato nella formazione pubblica per la Black Candy IL FIORE DELL'AGAVE,
prodotto da Fabio Magistrali. Il disco segna il ritorno in grande stile, e sempre
fieramente indipendente, di uno dei migliori interpreti della tradizione punk-noise nel
nsotro paese, in questa occasione chiaramente influenzato anche da elettonica e
cantautorato di qualità.

SABATO 7 APRILE

SZIGET SOUND FESTIVAL

Le selezioni per il più grande festival rock d'Europa

Semifinale a sei.

VENERDI' 13 APRILE

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

PAOLO BENVEGNU'

L'ex-leader degli Scisma e inventore del neo-sensibilismo riserva per il WU una delle
pochissime ed esclusiva date del tour di collaudo del nuovo album in uscita a settembre.

Paolo Benvegnù è il chitarrista-cantante fondatore dell'ipersensibilismo e degli Scisma,
gruppo alternative-rock italiano scioltosi recentemente, con cui ha registrato, prodotto
e composto tre dischi : Bombardano Cortina ('95 autoprodotto), Rosemary Plexiglas ('97),
Armstrong ('99) e un EP Vive le Roi ('99) su etichetta Parlophone-Emi.

Dal 1996 al 2000 la band gardesana e' stata vincitrice di Rock Targato Italia, Arezzo
Wave, unica band italiana prescelta per i Festival europei "Europa connection", "Le
printemps de Bourges" (Francia) e "12° Rizka" (Polonia), ha vinto il Premio Ciampi 1998,
ottenuto una nomination al PIM 1998 e svolto centinaia di concerti in Italia e in Europa.

Da notare anche i passaggi dei video di tutti i singoli su Mtv , Videomusic, e tutti i
grandi network radiofonici, i concerti di Mtv Sonic (98), Mtv Brand New Tour (2000), la
diretta radio di un live dell' Armstrong Tour 2000 su Radio Rai nell'ambito di Lottolive
(2000), e il fatto che Armstrong sia stato licenziato in Belgio su etichetta
Parlophone/EMI Belgium.

Dopo quest'esperienza, Benvegnù si sposta a Firenze per collaborare con Marco Parente con
cui tiene diversi concerti in duo e quartetto e registra il nuovo album dell'artista
fiorentino per Mescal/Sony, compone un collage musicale per lo spettacolo "Anima in
Vinile" del gruppo di danza contemporanea Manuela Bondavalli, è attore e musicista nel
"Le avventure di Pinocchio" della compagnia teatrale Mannini-Dall'Orto, produce
artisticamente diversi dischi (Andrea Franchi, Otto'P'Notri , Terje Nordgarden , Brychan,
Endura) collabora con gli Ustmamo' nella composizione del disco "Tutto Bene" scrivendo
due brani e cantandone uno.

Collabora anche alla compilation 20/02/2002 (compilation di gruppi dell'area bresciana)
distribuita da Audioglobe uscita a giugno 2002. Nella raccolta compaiono anche due suoi
brani inediti. Collabora inoltre ormai in pianta stabile con la compagnia di danza
Company Blu ed è uno dei quattro cantanti del "Presepe Vivente (cantante)", spettacolo di
e con David Riondino e Stefano Bollani.

Il suo brano "E' solo un sogno" viene inserito da Irene Grandi nel nuovo lavoro uscito a
maggio 2003.Nello stesso periodo Paolo Benvegnù diventa anche il nome di un ensemble
composto da Fabrizio Orrigo (piano), Massimo Fantoni (chitarra), Gionni Dall'Orto
(basso), Andrea Franchi (batteria) e lo stesso Paolo Benvegnù.

Il singolo " Suggestionabili ", prima produzione del quintetto, contiene tre brani
inediti e la traccia rom del video omonimo, licenziato da Stoutmusic/Santeria è
l'anteprima di " Piccoli Fragilissimi Film ". All'uscita del disco segue una lunga serie
di concerti (premio MEI '04 per il miglior tour).

L'anno si chiude con un inusuale esperimento: Paolo Benvegnù diventa "cantante di banda"
in occasione della collaborazione con la Banda Improvvisa, ensemble bandistico della
cittadina di Loro Ciuffenna (Ar). Paolo Benvegnù produce artisticamente "Canzoni allo
Specchio" dei Perturbazione, prodotto da Mescal, oltre a numerose nuove proposte tra le
quali Gianmarco Martelloni, Gestalt, Marilù Lorèn e Muriel, produzioni, queste ultime,
realizzate presso il DDR Studio di Prato, di cui è cofondatore.

Per Aprile 2005 è prevista l'uscita dell'EP " Cerchi nell'Acqua " che rappresenta il
capitolo finale di "Piccoli Fragilissimi Film", contiene alcuni brani inediti e una
versione di "In a Manner of Speaking" dei Tuxedomoon, storico gruppo alternative
americano, con cui ha suonato a Firenze (Maggio 2004 -Stazione Leopolda) all'interno
della rassegna "Stazioni Lunari".

SABATO 14 APRILE

rock d'autore extra

THE MORLOCKS (U.S.A.)

Negli anni 80 furono una delle garage band più famose del mondo. Le vicende personali del
cantante Leighton Koizumi ne stroncarono la carriera, ma non la leggenda. Tornano ora
dopo vent'anni più selvaggi che mai.

EVENTO SPECIALE CON BIGLIETTO D'INGRESSO

 

VENERDI' 20 APRILE

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

ULAN BATOR + Marigold

La band francese naturalizzata italiana vanta collaborazioni prestigiose (Michael Gira
degli Swans fra gli altri). Attualmente il band-leader Amaury Cambauzat è anche membro
ufficiale della storica kraut-rock band Faust. Apre il concerto la giovane band abruzzese
MARIGOLD, il cui nuovo album è stato prodotto dallo stesso Cambouzat.

Il gruppo si forma a Parigi nel 1993 ed è fondato da due musicisti francesi: Amaury
Cambuzat e Olivier Manchion. Nel 1995, assieme al batterista Frank Lantignac pubblicano
il loro primo album dal titolo Ulan Bator, dove fondono una miscela di post-rock
dilatato, krautrock tedesco anni 70 e new wave; la particolarità che fin da subito viene
notata di questo gruppo è che la musica non segue una determinata impostazione tipica
della forma canzone (ritornello, strofa, ritornello), ma si basa soprattutto sull'istinto
dei tre musicisti che spaziano come vogliono all'interno dei loro pezzi, e con la quasi
assenza di voce riescono ad essere comunicativi e psichedelici allo stesso tempo. Nel
1996 esce il mini album 2 Degrees, dove il gruppo conferma quello che di buono aveva
fatto sentire nell'album precedente, e Cambuzat/Manchion iniziano a collaborare con i
Faust.

Nel 1997 esce l'album Vegetale, dove tutta l'energia visionaria e la violenza che c'è
nella testa dei tre suonatori viene comunicata attraverso la musica. Anche qui i testi
cantati non sono molti, anche se la voce di Amaury Cambuzat, tetra, cupa e lontana da il
tocco finale all'album. Nel 1998 vengono scoperti dal Consorzio Produttori Indipendenti,
capitanato da Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo, che producono in Italia sia una
raccolta dei primi due album, Polaire, sia Vegetale, portandoli anche in tour per diversi
live; ed è proprio la presa live che li caratterizza maggiormente, risultando ancora più
intensi e caldi rispetto al disco.

Nel 1998 il batterista Frank Lantignac lascia il gruppo e viene sostituito dall'italiano
(Pordenone) Matteo Dainese (ex batterista dei Meathead e Here). É a questo punto che gli
Ulan Bator firmano un contratto con una major, la Young Records, e avvalendosi della
collaborazione di Michael Gira (Swans) danno alla luce Ego:Echo, il disco più complicato
della loro storia. I pezzi sono tutti cantati, le sonorità sono diverse, più blande, ma
non per questo meno psichedeliche e meno cupe, l'impatto con il nuovo batterista è buono,
il suono è più tagliente e piatto e dimostra una forte evoluzione fatta dal gruppo
rispetto all'inizio. Nel 2002 esce una raccolta presa da vari live di Ego-Echo,
contenente anche brani demo rimasterizzati, dal titolo OK:KO. Tra i pezzi la versione
demo di Let go ego, Attak e la versione live di La Joueuse du tambour. Sempre nello
stesso anno Olivier Manchion, dopo la realizzazione di questo disco, lascia la band (e
fonda i Permanent Fatal Error, e subentra un'altro ragazzo di Pordenone, Manuel Fabbro
(ex Oslo).

Nel 2003, il gruppo, avvalendosi della colaborazione di Robin Guthrie (ex chitarrista dei
Cocteau Twins) alla produzione e di Egle Sommacal (ex Massimo Volume) alla seconda
chitarra, sforna il sesto album della sua storia, Nouvel Air, disco che segna un profondo
cambiamento del gruppo verso atmosfere molto più soft e placide. Qui il gruppo porta
ancora una cosa nuova nel suo repertorio, e cioè la comunicazione attraverso la musica (e
le parole di Amaury) del benessere e della tranquillità emotiva, le atmosfere sono dolci
e candide come una continua ninna nanna. Un disco di avanguardia veramente originale.

Siamo così infine a gennaio 2005, il gruppo sente la necessità di doversi far conoscere
anche da un pubblico non proprio stretto e con l'aiuto della casa discografica Jestrai
pubblica Rodeo Massacre, album che racchiude dieci anni di carriera del gruppo in una
forma ascoltabile a tutti, avvalendosi anche della collaborazione del cantante Emidio
Clementi (ex Massimo Volume) per la realizzazione del brano La femme cannibale. Per ogni
album prodotto, gli Ulan Bator si sono sempre esibiti dal vivo con almeno una quarantina
di concerti all'anno solo in Italia.

A giugno 2005, Amaury Cambuzat e Olivier Manchion riformano il nucleo originale

SABATO 21 APRILE

COVERLAND INDOOR 2007

VENERDI' 27 APRILE

ROCKWILD – DJS: UMBERTO PALAZZO&EMILIO TOBIA

JULIE'S HAIRCUT (tbc)

La grande indie band è diventata una delle più grandi jamming band del mondo. Indie+kraut
rock+funk+psichedelia nell'estrema propaggine del tour del bellissimo "After Dark, My
Sweet"

 

In attività dal 1994, I Julie's Haircut sono un collettivo di sei musicisti emiliani. Il
loro album di debutto "Fever in the funk house" (Gammapop, 1999), uno strano mix di
garage rock, psichedelia noise e melodie pop fu salutato dalla critica come uno dei
migliori debutti indie-rock italiani. Il successivo "Stars never looked so bright"
(Gammapop, 2001) mescolava questi elementi con un approccio più soul, rispecchiando
l'amore per la black music degli anni 60 maturato in seno alla band.

Nel 2003, dopo essere passati sotto l'egida della bolognese Homesleep Records I Julie's
Haircut hanno pubblicato il loro terzo album "Adult situations", il primo a godere di una
distribuzione internazionale. Qui melodia e psichedelia si compenetrano in maniera più
personale, dando vita al loro miglior lavoro fino ad oggi.

Nel 2005, con l'aggiunta del nuovo membro Andrea Scarfone alle chitarre ed effetti, la
musica dei Julie's Haircut si sta muovendo verso territory più sperimentali,
concentrandosi maggiormente sull'improvvisazione e la ricerca sonora, senza perdere
contatto con il groove che ha caratterizzato la loro musica fin dal primo giorno.

In gennaio 2006 esce "After dark, my sweet", quarto album della formazione.

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