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Non è forse vero che i Tg danno molto più spazio ed importanza a “Chi” ha rivendicato l’attentato rispetto a chi ha subito le conseguenze dell’attentato stesso?

Il “fascino” di trasmissioni come “Chi l’ha visto” non risiede forse nel tracciare il profilo e la storia pregressa della persona scomparsa più che nel ri-trovarla? Una volta tornata alla luce (viva o morta, chissenefrega), non interessa più a nessuno: fine della trasmissione.

Sì, “FINE”, proprio come in un film. Perché la ‘realtà’ odierna è molto più cinematografica che realistica: ci soffermiamo più sulla CAUSA di un dato evento che sull’EFFETTO che può causare il fatto accaduto. E quel “FINE” non va interpretato all’inglese come “bene, buono” né tantomeno all’italiana come qualcosa di sottile e gentile, perché invece è brutale sipario, si va a nero, non si fa più audience.

E’ il fine che giustifica i mezzi.

Ho visto giornalisti scannarsi per aver ragione e riguardare al rallentatore 10 volte la stessa azione, in 10 angolazioni differenti e il tutto per definire se l’azione si fosse svolta o meno in modo regolare, se ci fosse o meno il fuorigioco: ma il fatto è che il calciatore in questione, ben prima che l’arbitro fischiasse (quindi pensando di essere regolarmente in gioco), aveva già scagliato la palla in curva.
Ma il focus della trasmissione è incomprensibilmente incentrato sul capire se fosse o meno in posizione regolare, come se non contasse nulla il fatto che non avrebbe comunque fatto gol: una perdita di tempo inutile, inconcludente, basata sulla determinazione di un elemento irrilevante.

E questa tendenza ad analizzare/criticare gli eventi, più che ad osservarne concretamente i risvolti (per poi trovare soluzioni), “grazie” al bombardamento mediatico sensazionalista a cui siamo sottoposti (tra Buona domenica, Porta a porta, Quarto Grado, Quinta Colonna, ecc… oltre a Tg e reality vari), si è diffusa ed insediata in ogni ambito, dalla politica all’informazione, influenzando anche le nostre abitudini quotidiane, ahimè, fino a contaminare le relazioni di coppia.

Non vi capita mai di litigare con il/la partner per definire chi avesse ragione, per poi rendervi conto che al fine del raggiungimento dell’obiettivo concreto la discussione si poteva evitare perché era del tutto inutile?

Non capita mai che acquistiamo prodotti perché ci hanno suggestionato sul ‘come’ li hanno creati e quindi ci concentriamo più sulla loro “provenienza” che non sui loro effettivi benefìci?

Tornando all’ambito mediatico, è vero che è funzionale studiare e capire l’identikit del nemico, per riuscire a “prevenirlo” in futuro, ma io vorrei avere più informazioni delle 300 persone massacrate, che non sapere vita, morti e miracoli del terrorista.
Invece rivediamo ossessivamente le immagini di quello che è successo 10.000 volte, ascoltiamo le testimonianze di chi ha assistito ed i commenti di esperti che lì nemmeno c’erano.

La “Moviola” viene inventata negli USA nel 1917: è un proiettore cinematografico per la visione di filmati in fase di montaggio. Poi il suo significato si estende ed alla fine degli anni ’80 anche lo Zingarelli si aggiorna inserendo la nuova voce “trasmissione televisiva che, specialmente per gli incontri di calcio, permette di vedere lentamente e con frequenti ripetizioni una data azione“. Il tutto è attribuito al suo “inventore”, in ambito sportivo, il giornalista Carlo Sassi.

Io ri-aggiornerei lo Zingarelli con la nuova voce “voyeurismo mediatico inconcludente e dannoso per la salute propria e delle relazioni“.


Igor Nogarotto

igor@samigo.it
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