Siamo una barzelletta. Ma non la sappiamo nemmeno raccontare. Non facciamo nemmeno (più) ridere.
Io non lo capisco questo accanimento dei social contra Chi non è andato a votare. Soprattutto perché mi sembra tanto derivi da altro. Mi arriva come uno sfogo di rabbia pregressa, accumulata chissà come (depressione lavorativa? insoddisfazione? solitudine?…). E, cosa ben più grave, la trovo totalmente priva di coerenza.
C’è Qualcuno di noi che non ha accettato di farsi prendere per il culo più e più volte negli ultimi decenni?
Esempio pratico: il carburante. Il/la diesel costava metà della super. Poi quando è iniziata la produzione di auto che vanno a diesel, il prezzo della stessa è pressoché raddoppiato.
“Tanto ormai ti sei comprato la macchina a diesel. Vuoi circolare? Paga e taci“.
Una farsa colossale. Qualcuno di noi ha forse smesso di fare rifornimento? Cosa abbiamo fatto CONCRETAMENTE per ribellarci a questa messa in scena lampantemente disonesta? Abbiamo forse smesso di fare benzina/diesel? Mi pare di no. Abbiamo tutti accettato la situazione, ci siamo fatti (e ci facciamo) sopraffare e andiamo avanti. E tanti sono gli esempi di aumenti imposti e “giustificati”, come necessari a cui sottostiamo. Magari dentro ci rode, ma come si fa a pensare che un’infinita scia di lamentosi e ridondanti post e tweet possa cambiare le cose? O, addirittura, cambiare le persone?!
Il punto è questo: stiamo ancora troppo bene.
Abbiamo iniziato ad intuire che le cose non vadano proprio benissimo, a percepire che il declino avanzi e che la dignità di BelPaese sia andata a farsi fottere, ma viviamo la situazione più di riflesso, attraverso le notizie ed i “drammi degli altri” compatendoci e consolandoci voyeuristicamente con TG, Quarto Grado, Quinto Colonna, Sesto Senso… e fino a quando non verremo toccati sul vivo, personalmente dalla tragedia del degrado, non avremo davvero la forza di reagire. Anche se agire sarebbe meglio di re-agire, come prevenire è meglio che curare.
Quindi nel ‘cum-piangere’ le disgrazie degli Altri invece siamo magistrali. Ma poi?
Siamo talmente estranei a noi stessi ed estremamente critici verso gli Altri da non vedere che il nostro orticello di marmo potrà sgretolarsi da un momento all’altro. “Fino a quando si ammazzano tra di loro…”
Attenzione, questa volta la do io una notizia: il cerchio si sta re-stringendo, sempre di più. E non parlo di terrorismo islamico. Parlo di terrorismo mediatico. Parlo dell'”autoterrorismo” a cui ci sottoponiamo attraverso l’isolamento. Di quando ci sentiamo apposto con la nostra coscienza perché siamo andati a votare e perché ci riteniamo migliori di quelli che non l’hanno fatto.
Parlo della nostra incapacità di esercitare davvero il nostro diritto di voto, che non può esprimersi esclusivamente andando a mettere una crocetta su di un foglio, ma deve essere costruito giorno dopo giorno, attraverso la sensibilizzazione alla realtà di noi stessi prima di tutto, perché poi questa energia si auto-alimenta e si diffonde e coinvolge le persone vicine a noi e allora davvero avremo trovato “fonti di energia alternative e rinnovabili” e ci rideremo sopra, perché scopriremo che quella risorsa non andava cercata chissà dove trivellando il sottosuolo o i fondali marini, ma, semplicemente, scavando dentro noi stessi
“Immagina di essere un Puntino di luce, che in questo momento é spento e sperduto in un campo fangoso e pieno di erbacce alte. Senti l’acqua che scorre. C’è un fiume vicino a te, al di là del quale ci sono campi fertili e fioriti, ma non sai come oltrepassarlo, perché vaghi nell’oscurità. Tu non puoi accenderti da solo, ma con un sorriso, una carezza, un gesto gentile, puoi accendere gli altri Puntini luce vicino a te. E ogni Puntino può accenderne a sua volta un altro e poi un altro e un altro ancora, fino ad illuminare Te, fino a quando non si sarà creato un lungo fascio di luce, fino a quando si formerà un ponte umano luminoso che ci indicherà la strada per uscire dalla palude e permetterà a Tutti di mettersi in salvo…! ACCENDIAMOCI!”
di IGOR NOGAROTTO