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Radio…grafia del Festival di Sanremo (terza serata)
…di IGOR NOGAROTTO

Fabio e Luciana, mostrano ancor più sicurezza. Non che abbiano balbettato nelle prime puntate, sono stati anzi, molto fluidi. Ma la maggior fiducia conferita loro dai dati d’ascolto, la si percepisce tutta.

Simona Molinari & Peter Cincotti - “La felicità”
E’ il clone di “Forse”, vecchio singolo della Molinari: allora cantava Danny Diaz oggi Peter Cincotti: stessa ritmica, stessa tessitura vocale di botta e risposta. Non è malvagia, ma è davvero minestra riscaldata, che personalmente non mi (ri)scalda il cuore. Le radio, sulla scia (ri)intrapresa in Italia da qualche tempo da Nina Zilli ed altri cloni, la programmeranno a spron battuto. E la patata… tira…
Voto: 5

Marco Mengoni - “L’essenziale”
Canta ‘da Dio’, non ci sono ‘Santi’ che tengano. Tralasciando considerazioni estetiche sul problematico ciuffo… la canzone è carina, melodicamente memorizzabile, con una nenia del refrain che rischia di entrarti… ma anche di uscire in fretta però. Non esplode. Non mi convince fino in fondo. Possibile che a tutte le grandi voci italiane capitino, spesso, buone canzoni, ma raramente pezzi che accarezzino l’eccellenza?
Voto: 6


Elio e le Storie Tese - “La canzone mononota”
La genialità non ha prezzo… e per quella ci sono SOLTANTO Elio e le storie tese!
La fronte alta è simbolo di intelligenza, ma non c’era bisogno di costruirsela alla Frankenstein Junior, che Lui, non era alla tua altezza intellettiva Elio! Coraggio, sperimentazione, tecnica, musicalità, ironia, teatralità, salti d’ottava impeccabilmente intonati… oltre la perfezione!
Voto: 11


Malika Ayane - “E se poi”
Sì. No. Forse. L’interpretazione non si discute. La fluttuazione della sua voce ti culla in atmosfere suggestive e ti (tras)porta in viaggio per il mondo, atterrando a volte su una spiaggia caraibica, altre su una roccia balcanica. Però… però… la canzone è deboluccia e per quanto si sforzi di darle maggior speso specifico, non decolla, non ti fa (d)rizzare la pelle. Scialbetta.
Voto: 6 meno


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Si riparte con "Littigata" di San Valentino della “coppia” Fazio e Littizzetto. Bravi, perché hanno saputo “ampliare” il quarto d’ora accademico di “Che tempo che fa” a ore ed ore di diretta, senza stufare: UNA CONFERMA, NON SCONTATA. Poi breve monologo femminista (ma realistico!) di Luciana. E subito dopo una splendida (e da noi condivisa) invettiva contro la violenza domestica. "Un uomo che picchia la propria compagna non lo ama, è uno stronzo”. A concludere, balletto sincopato della Litty… e (tanto) fiatone. STREPITOSAMENTE STREPITOSA per ‘quello’ che ha fatto e per ‘come’ l’ha fatto. Applausi.


Marta sui tubi - “Vorrei”
Il palco dell’Ariston si è dimesso… ma noi ci godiamo!
Chi li conosce, lo sa, che sono (molto) di più di questo. La classe si esprime anche e soprattutto quando c’è da tirare fuori gli attributi: lì si vedono i Campioni. Non è una bocciatura, ma devo rimandarli... a casa… per questa volta almeno.
Voto: 9 all’innovazione; 5 alla canzone; 6 meno all’esecuzione


Chiara - “Il futuro che sarà”
Questa volta paga l’emozione. E di brutto. Non è precisa come suo solito. Sbava. Ma tant’è, sono spietato SOLO perché lei è un fenomeno di bravura e simpatia e mi aspetto ogni volta di emozionarmi e stupirmi. Stasera trema, forse ha capito ‘dov’è’ e ‘cosa’ sta facendo. Però, dai, è sicuramente sul podio, la canzone merita e Lei si rifarà presto.
Voto: 7 meno meno


Entra “Il Codino Nazionale”. Standing ovation for Roby. Dialogo tra calciofili (la Littizzetto va in panchina). Poi carrellata sulle attività umanitarie di Baggio. Lettera ai giovani calciatori (e ai suoi 3 figli). Sentita e utile la sua lectio sui valori dello sport e della vita in genere. Quando ha finito di leggere è visibilmente emozionato.


Max Gazzè - “Sotto casa”
Dopo 5 secondi di canzone, inizia in sala stampa un battimani irrefrenabile e contagioso. Ed effettivamente il ritmo non manca e ci si incastra dentro una melodia che (s)corre veloce e qualche sillaba traballa e va fuori… tempo. Nella seconda parte si riconosce il marchio Gazzettiano, dove si susseguono stacchi, rimbalzi strumentali e vocali, fino al coro lirico “similarmatarussa”. Max è capace di ben altro. Ma quello che fa è sempre di qualità.
Voto: 7


Annalisa - “Scintille”
“Care radio, vi ho confezionato un pezzo ad hoc, passatemelo please”.
Melodico, ma non suadente. Carino, ma non eccelso. Né carne, né pesce, né frutta, né verdura. Cantato bene, ma senza punte di “Diamante…Lei”. Un’altra (foto)copia sbiadita.
Voto: 5 e mezzo

Maria Nazionale - “E’ colpa mia”
Ammissione di colpevolezza accettata.
Voto: 3

Simone Cristicchi - “La prima volta che sono morto”
Melodia più mononota di Elio… però, si sa, è il suo stile. Anche l'inarrivabile De Andrè non brillava per eterogeneità stilistica, ma, come dire, aveva testi e timbrica d’un altro spessore… Quindi non è quello che fa la differenza... non solo... manca dell'altro... Il testo non è male, ma non punge. L’interpretazione non è male, ma non (con)vince.
Voto: 6 (stiracchiato)

"You are my sister”, Antony and The Johnsons.
Toccante. Intenso. Suggestivo. Originale. Viscerale. Un brivido cerebrale. Una carezza al cuore.
E’ sufficiente per farti capire che mi è piaciuto?!


Modà - “Se si potesse non morire”
Rassicurante, come un padre. Ma noioso, come una zia. La canzone è scritta bene, lui canta bene, come sempre, ed è gradevole da ascoltare (se si escludono gli ululati arzigogolati forzati manieristici). Poi, arrivano nei primi 3, ma questa volta non se lo meritano.
Voto: 6 e mezzo


Daniele Silvestri - “A bocca chiusa”
Ecco, vedi, non servono tante note sparate alte per essere espressivi ed incisivi. Piano e voce con pantomima. Finito. Scarno, ma travolgente. Passaggio vocale “muto”, il tocco di classe. L’idea è strepitosa.
Non vince. Purtroppo. Ma è un grande.
Voto: 9


Almamegretta - “Mamma non lo sa”
Tolto un bel timbro graffiato… arrangiamenti, sonorità, testo sono in grado di scriverlo più o meno altre 2.300 band Indie(pendenti). E’ un troppo “quella roba là”. Hanno fatto, quello che hanno fatto, grazie ad altro.
Voto: 6 meno


Raphael Gualazzi - “Sai (ci basta un sogno)”
Oggi pomeriggio ce l’aveva suonata live, voce e pianoforte in sala stampa Palafiori: stessa performance, generosa, dal sapore molto “live”, immedesimata ed immedesimante, recitata, cantata, suonata, parlata, vibrata, urlata e poi sussurrata e ancora quando cambia il ritmo, quando cambiano le dinamiche, quando modula, quando lui agita la testa a destra e a manca e ci crede e ci credo anch’io e mi coinvolge e mi canto con lui “saahahhhaisaaaaaaahahaahhahi”… e poi ancora, saaai, “per sopravvivere, ci basta un sogno”. Ok. Ti credo Raphael. Sì. Ci credo.
Voto: 9 e mezzo

 

Leonora Armellini suona Chopin.
Fazio c’è riuscito. Anche in questo. Per uno con un palato fine come il suo, deve essere una soddisfazione incredibile poter farcire un Festival (di successo) anche con un’ulteriore nota di raffinatezza ed eleganza.
Be’, lei ha vent’anni. Il tocco c’è, ma l’esecuzione è troppo breve per poterla giudicare.

 

SECONDA TRANCHE GIOVANI


Andrea Nardinocchi - “Storia impossibile”
Ohi, lo conosco! Ha fatto i cori nel mio album “Alter Igor”! Che sorpresa Andrea : )
Sei ASSOLUTAMENTE un solista Andrea, non c’è dubbio, hai personalità da vendere.
Fantastico il modo in cui utilizzi la voce come se fosse uno strumento.
Si vede e si sente il tasso di professionalità. Hai classe. Sei una forza.
Voto: 8
Eliminato


Antonio Maggio - “Mi servirebbe sapere”
Ha la faccia alla Sarcina, la simpatia non gli manca. Né manca al suo direttore d’orchestra che fa i coretti. Però la cassa in 4… e basta! Carina. Funziona. Ma così non c’è progresso.
Voto: 6
Passa


Paolo Simoni - “Le parole”
Il pendant rosso occhialini e pianoforte è apprezzabile. Personaggio, non c’è che dire. Canzone così così. Ben interpretata. Ma destinata a scomparire molto in fretta. Spero abbia altro nel cassetto, perché ha le potenzialità artistiche.
Voto: 5 e mezzo
Eliminato




Ilaria Porceddu - “In equilibrio”

Canta bene Ilaria. E’ bella la commistione di italiano e dialetto sardo. E’ un briciolo più originale di Simoni e Maggio (apprezzo lo sforzo), ma meno di Nardinocchi. Sì. Ci sta. Se la può anche giocare per la vittoria. Anche se ritengo sia un pezzo che ti entra un po’ per volta.
Voto: 7
Passa


ALBANO TIME
Il bel canto non tramonta. E ci fa vedere la sua mascolinità da uomo pugliese facendo le flessioni. Ovazione. Euforia. Il classico che non tramonta.


CLASSIFICA PROVVISORIA
Voto popolare, valore 25%

01. Marco Mengoni
02. Modà
03. Annalisa
04. Chiara
05. Raphael Gualazzi
06. Simona Molinari e Peter Cincotti
07. Maria Nazionale
08. Elio e le storie tese
09. Daniele Silvestri
10. Max Gazzè
11. Simone Cristicchi
12. Malika Ayane
13. Marta sui tubi
14. Almamegretta

...di Igor Nogarotto
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